martedì 8 maggio 2012

Belgian Tour 2012: il resoconto!




Il tempo non è dei migliori ma, d’altro canto, in Belgio non potrebbe essere diversamente; un pallido sole fa capolino fra nuvole gravide di pioggia, ma è il grigio a caratterizzare l’enorme cielo vallone.
Charleroi è il classico anonimo aeroporto, costruito ex novo qualche anno fa grazie ai soldi dei voli low cost.
Quando anche l’ultima sigaretta ha esalato il suo ultimo sfrigolio è finalmente tempo di ritirare la macchina e partire alla volta di Beersel. L’autostrada scivola veloce e anche la verde campagna belga ci accoglie fra le sue braccia; non abbiamo neppure il tempo di accorgercene che siamo già arrivati a destinazione: il ristorante 3Fonteinen a Beersel. Una grande vetrata giallognola è incastonata nell’austera facciata della chiesa, di fronte il ristorante.
Prima di desinare  facciamo comunque un salto dal lambiccaro Hanssens; parcheggiata la macchina fra cavalli e cani vistiamo la cantina della brasserie assistendo ammirati al vigoroso borbottio del lievito in fermentazione che fuoriesce dalle vecchie botti a riposo nella grande cantina.
Il pranzo da 3Fonteinen è in perfetto stile belga, con piatti cucinati alla birra e accompagnati da un paio di boccali di lambic e faro.
Da Beersel a Leuven la strada è breve, solo qualche disguido col B&B ed il carnevale locale ritardano la sistemazione.
Lo Zythos (www.zbf.be) da quest’anno è alloggiato in un grande padiglione scuro alla periferia della città: 96 espositori e circa 450 birre danno in parte l’idea di quello che è l’evento.
Sono 4 isole che ospitano ciascuna circa 24 stand di altrettanti birrifici, molti dei quali nuovi; oltre alle birre sono presenti i consueti stand gastronomici (patatine accompagnate dalle più svariate salse, kebab, chili burger e chili dog, insomma tutto all’insegna del mangiar leggero).
I birrifici e le birre sono troppi per scendere nel dettaglio; tralasciando magari gli ottimi birrifici più noti , val la pena comunque menzionare almeno le conferme e novità più positive per quanto ci riguarda e, quindi, la Bierfirma du Lion a Plume di Post, che produce presso il Birrificio de Bastogne, con la loro Carioca, la Metisse e la Postiche, la Bierfirma Brouwers Verzet di Anzegem (www.brouwersverzet.be), che produce presso il Birrificio Gulden Spoor, con la loro Moose Blues, la Oud Bruin 2011 Experimenteel, la Rebel Local, la Rebel Local Nitro, la Super Noah, la Brasserie de la Senne di Brussel (www.zinnebir.be), con la loro Brussels Calling, la Jambe-de-Bois, la Stouterix, la Taras-Boulbae la Zinnebir, la Brouwerij De Dochter van de Korenaar di Baarle-Hertog (www.dedochtervandekorenaar.be), con la loro Belle-Fleur, la Charbon, la Finesse e la Peated Oak Aged Embrasse.
Dopo il sabato e il mezzogiorno della domenica dedicati allo Zythos ci spostiamo a Bruxelles, non distanti dalla Grande Place e soprattutto dal Moeder Lambic. Con l’arrivo del sole sembra quasi di essere sui boulevard parigini, coi tanti tavolini all’aperto affollati di persone vocianti e su cui tintinnanno tazze e bicchieri all’ombra degli alberi in fiore. Anche Le Paon Royal è lì ad aspettarci e l’ottima cena consumata ci ricorda che la buona cucina non ha confini.
Così come gli ottimi locali non hanno confini e il nuovo Moeder Lambic (www.moederlambic.com) è uno di questi. Non troppo grande, moderno ma confortevole con un’ottima varietà di birre alla spina e in bottiglia, molte fisse ed alcune ospiti a rotazione fra coi non manca l’Italia (anche se non ancora la 3Pupazzi).
Il lunedì ci attende forse il tratto di strada più lungo ma ne vale la pena: da Bruxelles a Westvleteren, non lontano da Poperinge. Scopo della gita è l’abbazia di Nostra Signora di St. Sixtus e soprattutto la birra ivi prodotta. La strada attraversa la verde pianura belga che concilia la voglia di relax e riposo. E’ una bella giornata di sole, quasi inusuale per questa parte del continente, e ne approffittiamo per berci qualche Westvleteren 12 accompagnata dall’ottimo patè locale e formaggio.
Da Westvleteren ad Anversa la strada non è poi così lunga anche se qui ci attendono due piccole delusioni: prima la cena al Birrificio T’Pakhuis, nulla di che, soprattutto la birra con più che qualche difetto, poi il Kulminator purtroppo chiuso che ci ha costretti a ripiegare su un vecchio e scalcinato pub fumoso e pieno di fascino. Sì, in effetti poteva anche andarci peggio per bere la nostra ultima De Koninck del tour belga.

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