giovedì 30 agosto 2012

Day 15 - Achel + Baarle-Hertog + Breda

Venerdì 17 Agosto
Oggi c’è grossa tensione e non perché sia venerdì 17 ma piuttosto per la visita pomeridiana in uno dei miei birrifici prediletti. Il piano è di avvicinarci al confine Belgio-Olanda ma prima della fatidica visita, come passare il tempo? Perché non mettere l’ultima tacca e far visita ad Achel? Del resto, è l’ultimo monastero trappista belga dedito anche alla produzione birraria che mi manca da visitare. 


Achel è in una zona verde e tranquilla e l’area del monastero sembra parecchio vasta. Ci addentriamo nella parte dedicata ai visitatori dove sono presenti alcuni locali dedicati ad esposizioni, l’area ristorazione ed un negozio con una ottima scelta di birre belghe (non sono Achel, quindi), bicchieri ed altro. Anche i prezzi non sembrano affatto male, anzi.
Analogamente ad Orval, anche ad Achel si possono gustare esclusivamente alla spina le due birre prodotte per il consumo interno del monastero, ovviamente di gradazione inferiore a quelle commercializzate.
Insieme al consueto spuntino dell’ora di pranzo, non possiamo fare a meno di assaggiarle.
La Brune (5%) per me e la Blond (5%) per Pupazzo. Poi invertiamo le birre per il secondo round.


Sono entrambe molto piacevoli da bere, profumate e con una bella schiuma. Leggera preferenza per la Blond, fresca e con un bellissimo amaro finale in bocca, ma non male nemmeno la Brune.
Ma è giunto il momento di andare, destinazione Baarle-Hertog, enclave belga in territorio olandese. Il venerdì pomeriggio (ed anche il sabato) è aperta la tasting room di De Dochter Van De Korenaar che tradotto significa “la figlia della spiga di grano” ma per me è il “Dottore”!


Entrati, vediamo il Dottore occupato con un altro cliente e quindi ci mettiamo a fare la lista della spesa. Intanto sugli scaffali non vedo la Embrasse Oak Aged e sale l’ansia. Qualche minuto, il cliente va e il Dottore è tutto per noi. Ci chiede cosa vogliamo da bere e noi indichiamo L'enfant Terrible (7%). Forse è l’unica sua birra che non ho mai bevuto e poi leggo che ha vinto la medaglia d’argento allo European Beer Star 2011 nella categoria Belgian-style Gueuze Lambic. Interessante e seppur nella loro diversità (ma mica tanto), non posso fare a meno di pensare al Cuvee de Ranke. Oso dirlo al Dottore, chiedendo anche se è un blend con un lambic e da chi lo compra.
Col sorrisetto compiaciuto ci risponde che non compra da nessuno, usa solo sue birre (di sicuro la Bravoure) e utilizza le botti di legno per farla fermentare e maturare. 1-0 per il Dottore.
Incalzo sull’assenza della Embrasse Oak Aged e dice che è terminata. Non so se vedendo il mio volto affranto modello bambino a cui hanno rubato il giocattolo preferito o vedendo la lista della spesa (io voto per la prima), ci chiede se possiamo accompagnarlo in auto a poca distanza in un altro deposito che deve recuperare un barrel (in realtà un keg da 20l) che serve alla moglie per una festa alla sera e che lì forse ha qualche bottiglia di Embrasse Oak Aged. E ti pare che non ti portiamo? Tornati, apre pure il keg per testarlo e prepararlo e poi arriva con 3 bei bicchieri di Belle Fleur IPA (6%). Fresca, profumata, schiuma meravigliosa, il giusto amaro.


Ecco, la birra perfetta. Certo, il contesto mi rende parziale nel giudizio ma io a questo Dottore ci voglio proprio bene.
Salutiamo, carichiamo la macchina e ci dirigiamo verso la non distante Breda nel valido Apollo Hotel per una serata da pensionati.


Ma domani è l’ultimo giorno, l’estate sta finendo e blablabla…

Day 14 - Bodegraven

Giovedì 16 Agosto
La giornata parte che peggio non si può. Una delle due bottiglie di Gose, portate via con fatica da Lipsia, è esplosa in auto. Coglioni noi ad averla lasciata in macchina invece che portarla in albergo, al fresco.
Lasciamo Amsterdam e ci muoviamo verso sud. La strada per Bodegraven non è molta ma soprattutto il paesaggio è notevole con splendide case che si affacciano sulla rete di canali. Non credo che Bodegraven sia una meta turistica famosa nel mondo, ma qui si trova uno dei birrifici più di moda degli ultimi anni, ovvero De Molen. Più o meno sappiamo quello che ci aspetta però la location è strepitosa. Un vecchio mulino lungo un canale, con all’interno il bar/ristorante ed un beershop. mentre la produzione che veniva fatta proprio qui, è stata ampliata e trasferita a pochi passi per consentire volumi più importanti.


Con la giornata di sole ci sediamo all’esterno ed assieme ad uno spuntino, iniziamo a provare le birre disponibili alla spina (6 in tutto).
Io parto con la Engels (4,5%) che col senno di poi ricordo di aver già bevuto (brutta roba invecchiare). Dichiarata come english bitter, della bitter ha ben poco ma da De Molen e dalle sue sperimentazioni c’è da aspettarselo. Mi spiace ma proprio non mi convince, soprattutto quei sentori di medicina e sapone… ma magari sono io che non ho ancora superato il dramma di aver perso una Gose.
Manuel, sicuramente meglio con la Rye IPA (6,2%), buona IPA alla segale e con il luppolo chinook. Non male veramente. Devo dire che queste birre fatte anche con la segale, non mi dispiacciono ed infatti al secondo giro opto anch’io per la Rye IPA, mentre Pupazzo vira su una Wit & Waarachtig (5%) sorta di witbier che però non ho capito molto.
Chiudiamo entrambi con la Amarillo (9%), double IPA apprezzabile. Direi che pesta ma lo fa con classe, non una birretta ma resta ben bilanciata.


Abbandoniamo De Molen solo temporaneamente, non prima di qualche acquisto al beershop. Check in al Tulip Inn Bodegraven, lunga siesta e torniamo pure per cena da De Molen durante la quale proviamo qualche bottiglia.
Licht & Lustig (5,2%) per Pupaz. Ibrido tra una lager ceca e una hefeweizen, così dicono. A me è parsa con un po’ di CO2 in eccesso, una birra così così. Per me invece una Donder & Bliksem (6,2%). Peccato per la temperatura di servizio cannata (troppo calda, ahimè),  perché questa superpils mi sembra ottima. Estremizza un po’ il concetto di pils ma senza eccessi. Da riprovare, di sicuro.
Le successive, sempre in bottiglia, sono Vuur & Vlam (6,2%) per Pupazzo, buona IPA che nonostante i  5 luppoli utilizzati (Galena, Cascade, Chinook, Simcoe e Amarillo) appare equilibrata e non eccessiva. Ottima.


Io invece mi lascio incuriosire dalla Nood & Deugd (6,2%). A leggere la lista delle birre, De Molen la descrive come birra nata da un errore in fase di produzione della Donder & Bliksem, la pils, ovvero utilizzando malti  molto tostati e black. Nasce così, questa schwarzbier che mantiene certamente alcune caratteristiche tipiche delle schwarz. Il grado alcolico più elevato rispetto allo stile la rende un po’ più piena, restando comunque facile da bere.
Per il dessert e per il caffè, torniamo alle due spine che restano da provare.
Tsarina Esra Imperial Porter (10%) prima e Nacht & Ontij Imperial Stout (13%) per finire.
C’è poco da dire, due birre a loro modo proprio ben fatte ed eccellenti se bevute nel giusto contesto.


In formato mignon entrambe che altrimenti non torniamo a casa.

Una piccola pausa fra Olanda e Belgio: due parole sul documentario BREW IT della Black House.

In attesa che vengano pubblicate sul blog anche le ultime puntate del viaggio birraio ottimamente narrato da Pupazzo, ci prendiamo una piccola pausa per parlare dell’ultima fatica della casa di produzione indipendente romana Black House (http://blackhouseprod.com/): ”BREW IT: la birra artigianale in Italia”, di cui ha già parlato ieri anche il blog Cronache di birra (http://www.cronachedibirra.it/).

Si tratta del primo documentario dei ragazzi di Roma, disponibile in streaming gratuito sul loro canale You tube (http://www.youtube.com/user/belziebab) e sostenibile dagli utenti con un’eventuale donazione.
Ma cos’è BREW IT? E’ un bel documentario di circa 45 minuti che ci offre uno spaccato, per quanto parziale, del così detto movimento della birra artigianale in Italia con interviste e interventi, tra gli altri, di Agostino Arioli del Birrificio Italiano, di Leonardo Di Vincenzo di Birra del Borgo, di Steve Dawson di White Dog...

Volendo riportare quanto pubblicato sul sito della Black House, si tratta del “... primo documentario sul movimento birraio del nostro paese, ed è anche il primo documentario che abbiamo prodotto come Black House. E’ un viaggio attraverso questa cultura, oltre che essere una trascrizione della sua storia dalla nascita fino ad oggi.
Realizzato tra la primavera del 2010 e l’autunno 2011, Brew It è stato proiettato in anteprima durante alcuni eventi legati al movimento birraio. Dal 23 Luglio 2012 è disponibile in streaming. Abbiamo scelto di diffondere il documentario su internet perchè il movimento birraio italiano, al pari di quelli di altri paesi, vive e si alimenta proprio grazie a questo strumento. Ma abbiamo scelto di chiedere, al pubblico che avrà apprezzato, una donazione, perchè è un’opera prodotta soltanto dalla Black House, senza sponsor o partecipazioni”.

Quindi, che dire di più? Mettetevi comodi e buona visione.



mercoledì 29 agosto 2012

Day 13 - Amsterdam

Mercoledì 15 Agosto
Ovvero, Ferragosto ai Tropici. Anche se siamo ad Amsterdam, la giornata di oggi è condizionata dal caldo assassino e da alcune scelte non felicissime.
Ci avviamo lentamente verso il centro e quando si fa orario di pranzo, ci dirigiamo verso il Bierproeflokaal "In de Wildeman". Il locale, peraltro già visitato nel recente passato, è ottimo: zona centrale, bello vissuto ed accogliente e soprattutto una buonissima selezione di prodotti internazionali (Belgio, Germania, USA….) ed anche olandesi.
Io parto con la Flying Dog In de Wildeman Farmhouse IPA (7,5%) che mi spiegano essere una birra prodotta proprio da Flying Dog per celebrare non ho capito quale anniversario del locale dove siamo ora. Una IPA da cui ovviamente mi aspetto la mano pesante americana che invece si trattiene e questo non mi dispiace. Non la birra del secolo, ma valida.


Manuel invece con l’ennesima pagliacciata, si cucca una Flying Dog Zero IBU IPA. In pratica è la birra con la quale gli americani stanno sfidando BrewDog per produrre una IPA senza l’uso di luppolo. Vengono quindi utilizzate altre “spezie” per far emergere una sorta di amaro. Mah… a me sembra una sorta di zuppetta fredda tipica di qualche paese del sud-est asiatico. Forse sono troppo vecchio per ‘ste stronzate.
Intanto qualcuno, continua ad osservare il Coffee Shop davanti al locale con sguardo voglioso. Il luogo vanta chiaramente una folta presenza mandolina e forse questo frena il nostro piccolo Roger Rabbit.
Vabbè, ci concediamo un altro giro. SNAB Pale Ale (6,3%) per Roger e una Sallands Novello Blond per me. La SNAB una classica Pale Ale, con gli aromi dei luppoli americani utilizzati, agile ma buona. Meno la mia Blond, veramente poca cosa, appena sufficiente.
Nel pomeriggio riusciamo ad intrappolarci da soli su uno dei battelli che fanno il giro dei canali di Amsterdam sperando di alleviare la caldazza. Sul battello è peggio: non si sa come ma non tira un filo di vento e il sole è a picco, non si può sfuggire. Gli unici momenti di sollievo arrivano quando si guarda Pupazzo che oggi indossa un paio di jeans ormai incandescenti.
Impazza la sete ed è ora di tornare all’Arendsnest. Jopen Gerstebier (4,5%) per me. Birra giusta al momento giusto, leggera, semplice, un tocco di amaro nel finale. Volendam Hatseflats (5%) una blond ale con un buon corpo e con sentori di frutta di stagione.
Lasciamo lo splendido Arendsnest con un ultimo assaggio: per me Texels Tripel (8,5%) una tripel ben fatta dove forse solo l’alcool risulta troppo evidente, per Manuel invece Breugems Bommetje (10%), una legnata dolce, ambrata, paludata. Un po’ complicata, direi.


Ultima birra invece al Beer Temple. Stavolta scelgo io ed ovviamente gli prendo una birra più che decente: Mikkeller 10 IPA (6,8%). Ottima veramente. Io invece sperimento con un’ignota (almeno per me) americana, Against The Grain Scotland Charred (7,3%). Smoked/rauch, marrone scuro, discreta. Benissimo invece il nome della Brewery, Against The Grain, proprio come uno dei migliori LP dei grandissimi Bad Religion!


Torniamo in albergo con boccione di Duvel nello zaino a goderci lo spettacolo dell’amichevole, si fa per dire, Belgio-Olanda, risultato finale 4-2 per i Diavoli Rossi.

lunedì 27 agosto 2012

Day 12 - Amsterdam

Martedì 14 Agosto
Raggiungiamo Amsterdam nel pomeriggio e depositiamo i bagagli al Holiday Inn Express. Siamo un po' fuori città ma i mezzi pubblici sono a 200m dall’hotel.
Quasi tutti i locali che intendiamo visitare sono in centro a poca distanza l’uno dall’altro, tranne il brewpub Brouwerij ‘t IJ e da questo partiamo, iniziando con un beer sampling di 5 delle birre presenti.


La Plzen (5%) in realtà ricorda un po’ lo stile citato ma in realtà è un’alta fermentazione. E’ una buona birra, secca ed amara con un profumo ovviamente di luppolo e leggermente agrumato.
La Dubbel (6,5%) discreta, a mio avviso un po’ troppo dolce.
La Zatte (8%) una triple aromatica, tanto che all’inizio ci sembrava una saison, comunque tra le migliori del lotto.
La Yuit (7%), piaciuta zero, più che una wit/blanche direi più acqua e zucchero, nonostante i gradi alcolici dichiarati.
La Columbus (9%) una strong ale non particolarmente profumata, dolce e con un corpo rivedibile. Insomma non il massimo.


Dopo l’assaggio, decidiamo di prendere due birre “normali”. Per Pupazzo la IPA (7%) non presente nel beer sampling, anch’essa un po’ debole al naso, ma con un corpo buono ed amara il giusto. Per me un bis di Zatte.
Proseguiamo con la condivisione di una Struis (9%) in bottiglia, sorta di belgian dark strong ale bella presente. “Una Kwak annacquata” Pupazzo dixit. Mah…
Terminiamo con un ultimo giro: IPA per me e Plzen per Pupazzo, per poi dirigerci verso il centro.
Niente pranzo oggi, quindi anticipiamo la cena per poi testare 't Arendsnest. Locale che dall’esterno non gli daresti 2 lire, invece si rivela eccellente.


La sua mission è la promozione di sole birre artigianali olandesi e noi siamo qua per questo. A parte i noti De Molen ed Emelisse, è l’occasione quindi per provare cosa offre la realtà birraria olandese. I 3 tavolini traballanti all’esterno proprio in riva ad un canale sono ovviamente occupati, quindi entriamo e ci accomodiamo al bancone.


Si ricomincia:
Maximus Brouwerij Pandora (6%) per me e Jopen Mooie Nel Batch#2 Citra (6,5%) per Manuel.
La Pandora è una dutch pale ale con luppoli americani, ambrata, leggera con un discreto corpo, mentre la Mooie Nel una buona IPA con il Citra in primo piano ma che mantiene un certo equilibrio. Molto piacevole.
Proseguiamo con la Prael Johnny (5,7%) per Pupazzo, sorta di kolsch ma non filtrata, più che decente comunque e con la Parel Witte (7%) per me che comincio a sentire il tasso alcolico.


Chiudiamo, per il momento, da Arendsnest con una SNAB Roock (6,5%) per Manuel e per me una Jopen Jacobus RPA (5,3%). Entrambe interessanti: la Roock è una stout/porter affumicata non male, la Jacobus una Rye Pale Ale, quindi con l’utilizzo di segale e luppoli USA, agile, amara, opalescente e molto gradevole.
Collegato all’Arendsnest, nel senso che sono della stessa proprietà, il Beer Temple dove hanno spazio prodotti soprattutto internazionali (USA, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Danimarca…) e di ottimo livello.


Prezzi alti ma scelta vastissima sia on tap che in bottiglia. Finiamo la serata proprio qui: Rogue Dead Guy Ale (6,6%) per me che, a dire il vero, non mi è piaciuta molto. Non con particolari difetti ma solo questione di gusto personale. Invece una classica Meantime Pacific Pale Ale (4%) per Pupazzo.
Per l’ultimissima birra opto per qualcosa di sicuro: Great Divide Belgian Style Yeti Imperial Stout (9,5%), gran birra. Per Manuel, una abbastanza mesta De Snaterende Arend Tempelbier (6%).


Per oggi può bastare.

domenica 26 agosto 2012

Day 10 & 11 - Decompression

Domenica 12 Agosto
Restiamo a Copenhagen ma tutti i locali interessanti sono chiusi: indi se ci andate per bere (bene) evitate la domenica. 

Lunedì 13 Agosto
Lasciamo Copenhagen destinazione Amsterdam ma a con tappa intermedia. Metà pomeriggio e siamo ad Heidenau, paese a sud di Hamburg dove alloggiamo al Heidenauer Hof. Comodo visto che non è distante dall'autostrada, con ristorante dove ci aspetta un'ottima cena e con bar dove plachiamo la nostra sete con una freschissima Pils teutonica. Tra cena e post cena, 3 a testa sono un bottino sufficiente per cadere rapidamente nelle sapienti mani di Morfeo.

sabato 25 agosto 2012

Day 9 - København


Sabato 11 Agosto
Con la fida guida EurHop decidiamo il programma della giornata, quando ci accorgiamo che il Mikkeller Bar ha lo stesso indirizzo dell’Orsted Olbar visitato la sera prima. Fortunatamente nel pessimo albergo c’è la postazione internet e troviamo l’indirizzo corretto che è poco distante e ci avviamo a controllare per poi dirigerci verso il centro e infine verso il quartiere di Nørrebro.
Piccolo spuntino al mercato di Torvehallerne e iniziamo il pub crawling odierno.
In zona cerchiamo il Plan B, locale consigliato da EurHop, ma niente. Due vetrine sporche, interni vuoti che non promettono nulla di buono. Arriviamo a Norrebro, l’Olbaren il sabato apre alle 20.
Non sembra essere propriamente la nostra giornata ma finalmente troviamo aperto il terzo obiettivo, Nørrebro Bryghus. Ci accomodiamo in uno dei pochi posti disponibili all’esterno ed ordiniamo: Pacific Summer Ale (5,6%) per Pupazzo e Bombay Pale Ale (6,5%) per me. La prima è una sorta di golden ale nata da una collaborazione con Garrett Oliver (Brooklyn Brewery), mentre la Bombay è una English IPA ben caratterizzata ma senza esagerare. Non male entrambe, forse meglio la Bombay.
Proseguiamo poi con una Ravnsborg Rød (5,5%) per me e una New York Lager (5,2%) per Manuel.



La Ravnsborg Rød è Irish/British Red Ale con Amarillo, dal bel colore rossastro e con una luppolatura non invadente. Tutto sommato discreta. La NY Lager, a mio avviso la migliore delle 4 birre testate, molto beverina ma assolutamente non banale. Una birra abbastanza secca molto piacevole ed equilibrata che non stanca.
Lasciamo Nørrebro con destinazione Mikkeller. Nonostante non sia distante dalla pessima zona del nostro hotel, sembra di essere in un’altra città. Il Mikkeller Bar è un locale piccolo, arredato in modo moderno e molto minimalista, bel bancone e una ventina di birre disponibili on tap. Bel locale anche se forse un po’ troppo fighetto per i miei gusti. Notiamo che ¾ delle birre hanno il marchio Evil Twin, ovvero il progetto birrario del fratello di Mr. Mikkeller: quindi tutto in famiglia.
1° giro
Pupazzo: Evil Twin The Talented Mr. Orangutan (5,8%), buona stout a detta di Manuel. A me ad un assaggio iniziale è sembrata gelata e non ho capito molto.
Io: Mikkeller Vesterbro Pilsner (5,6%). Ovviamente dal Signor Mikkeller non mi aspetto un’aderenza allo stile dichiarato, infatti è una Pils solo in teoria visto l’uso abbondante di luppoli americani che danno aromi di frutta tropicale. Comunque a parte ste stronzate, non mi è dispiaciuta.



2° giro
Pupazzo: Mikkeller Not Just Another Wit (7,6%), sorta di Double Wit/Blanche, speziata, alcolica, luppolata. A me è piaciuta parecchio.
Io: Mikkeller Vesterbro Wit (4,5%), questa invece già più aderente allo stile e non male.
3° giro
Pupazzo: Evil Twin Nurse Pepper (7,5%), super rauchbier, ottima al naso ed all’inizio, si perde un po’ prima del finale molto pepato.
Io: Evil Twin Disco Beer (10,2%), mah…ci provo. Frutta tropicale al naso, quasi frizzante in bocca. Truffaldina, nel senso che non sembra avere 10 e passi gradi.
4° giro
Pupazzo: Evil Twin Biscotti Break 2011 (8,4%) in formato shot da 10cl ma eccellente imperial porter/stout, caffettosa, morbida e con grande equilbrio.
Io: Evil Twin Ashtray Heart (8,9%) rauchbier non imperdibile.



Direi un discreto pomeriggio.
Dopo cena, ci rimettiamo in pista verso l’Olbaren. Il locale è piccolo ma la scelta di birre è molto buona ed accanto a birre danesi sono presenti anche alcune internazionali, tedesche di ottimo livello ed americane. Iniziamo con lo sperimentare le produzioni locali. Pintazza di Beer Here Ammestout (6,5%) per me e Flying Couch/Croocked Moon Logjammin’ (5,8%) per Pupaz. La prima una sweet stout e la seconda credo una brown ale, passabili entrambe.
Va meglio, almeno a me, al giro successivo con l’americana Southern Tier Oak Aged Back Burner (9,6%) che ha un inizio non promettentissimo ma che esce bene, bella secca e amara nel finale. Gran tavanata invece per Pupazzo con un’altra produzione USA, Dark Horse Double Crooked Tree IPA (13,6%). Asfalto liquido, fortunatamente per lui è una mezza pinta.
Torniamo verso casa, si fa per dire, con un’ultima tappa al Mikkeller Bar, tanto poi possiamo strisciare in hotel. L’ambiente rilassato di qualche ora prima è solo un ricordo: è pieno dentro e fuori e devo dire anche i 2 ragazzi dietro al bancone ci sono sembrati molto meno disponibili, ad esser buoni, rispetto ai colleghi del pomeriggio sempre pronti a spiegare e a far assaggiare le varie birre. Attendiamo pazientemente di ordinare, sperando di non irritare il sosia di Frankie Hi-NRG e di Mr. Simpatiaportamivia. Otteniamo faticosamente una Mikkeller Sort Gul (7,3%) ed una Mikkeller Dino (7,5%) che mi è parsa carica di brettanomiceti, particolare ma di mio gradimento.
Salutiamo la compagnia non prima di un ultimissimo assaggio. Per Manuel una Evil Twin Yin (10%), bel pestone di imperial stout ma proprio ben fatta, mentre per me la Evil Twin DEVFFC MQAL9,8 (9%), un nome incomprensibile per una birra altrettanto incomprensibile. Uno sciroppo per la tosse fosforescente, disastrosa ed imbevibile tanto da essere l’unica birra non terminata di tutto il tour. Girano solo i coglioni per aver chiuso una giornata fantastica con una birra (?) del genere….

venerdì 24 agosto 2012

Day 8 - København


Venerdì 10 Agosto
Sveglia presto, ci aspetta l’ennesimo viaggio della speranza per Copenhagen dove arriviamo nel tardo pomeriggio. Ci aspetta il pessimo SagaHotel, due passi dalla stazione, in una via ben frequentata da spacciatori e troie a qualsiasi ora del giorno.
Ma abbiamo un lavoro da fare e ci avviamo verso il centro dove ceniamo al BrewPub Kobenhavn. Buona selezione di birre estere (Belgio, USA, ecc..) in bottiglia ma noi siamo qui per provare la produzione locale, palesemente ispirata agli stili americani. L’Atlantic IPA (5,5%) di Pupazzo viene definita come una English/USA Pale Ale e ci sta. Un piacevole ibrido tra questi due mondi. Io invece piglio una Brewster US Pale Ale (5,0%), una spremuta di Simcoe, appena passabile al primo sorso e che poi deraglia inesorabilmente.



Evitiamo il secondo giro, magari ci ritorniamo domani. Ma forse no.
Usciamo dal centro e facciamo tappa all’ottimissimo Orsted Olbar, uno dei locali che ci sono piaciuti di più di questo Beertour. Gente tranquilla, ambiente rilassato, staff competente, una quindicina di spine con ampio spazio alle birre artigianali danesi senza tralasciare anche quelle belghe, americane e tedesche. Noi rimaniamo sulle birre locali e proviamo le 4 birre disponibili alla spina di Amager, microbirrificio appena fuori Copenhagen di cui conoscevo solo il nome.
Primo giro: Amager Wookiee IPA (7,2%), buona IPA di stampo americano, secca, luppolata e persistente e Amager Fru Frederiksen (7%), stout caffettosa e tostata con un corpo forse migliorabile e con un amaro da luppolo (credo USA) ben presente nel finale.
Abbassiamo il grado alcolico al secondo giro. Dicono che non si fa, ma che ce frega: Amager SummerFusion (3,5%) per me e Amager Exhop HRC436 (5,5%) per Pupazzo. 



La prima, una valida session beer che chiaramente bilancia il corpo scarso con una luppolatura decisa, la seconda una sorta di Pale Ale all’americana, secca e molto piacevole.
Brasati dal viaggio, torniamo all’ovile facendo lo slalom tra gli amici che ci attendono nella via dell’albergo. Mavaff…

Day 7 - Berlin


Giovedì 9 Agosto
Giornata relax con poche cose da dire e molte da tacere. 
In ogni caso finalmente riesco a far bere una mitologica Berliner Weisse anche al Pupazzo che sembra gradire. Ovviamente prendiamo sia la versione rot (con sciroppo al lampone) e grun (con sciroppo di asperula) nel baretto all’interno della Zitadelle Spandau. Due belle bibite dissetanti…



Ceniamo presso il brewpub Brauhaus Mitte, praticamente in zona Alexander Platz. Niente di memorabile: la mia Brauhaus Mitte Dark (4,9%) è una dunkel con un corpo medio non trascendentale mentre la Brauhaus Mitte Pils (4,9%) di Manuel è la classica birra chiara da pizzeria.



Chiudiamo la serata al Berliner Republik a bere qualche birraccia non degna di nota, ma il concept del locale è molto interessante: una decina abbondante di spine e ogni 5 minuti il prezzo di ogni birra varia a seconda del consumo. Aumenta la domanda della birra X, il prezzo si alza e viceversa… divertente. Il tutto segnalato dai tabelloni sparsi per il locale.


giovedì 23 agosto 2012

Day 6 - Berlin


Mercoledì 8 Agosto
Cerchiamo di uscire da Lipsia, fermandoci in qualche supermarket per acquistare qualche boccia di Gose. Niente, perdiamo tempo inutilmente e decido che bisogna tornare al Bayerischer Banhof. Così possiamo avviarci verso Berlin con 2 simpatici boccioni di Gose, peraltro non certo regalati.
A Berlino ci attende una coda del porco ma a metà pomeriggio riusciamo a depositare i bagagli presso Apartment Schulz, sistemazione molto modesta ma poco costosa. By walking, Schonhauser Allee ed arriviamo in Alexander Platz e a pochi passi ci fermiamo in uno dei Brewpub presenti in città. Berlino non è una metà birraria imperdibile ma Pupazzo non l’ha mai visitata, quindi cerchiamo di accontentarci ed eccoci al Brauhaus Lemke in Hackescher Markt. Pranziamo o ceniamo, non si capisce bene visto l’orario, accompagnati da una Lemke Pils (5,0%) più che decente ed una Lemke Hefeweizen Hell (5,0%) per Manuel, weizen abbastanza marcata negli aromi ma non male. Prima di andare ci tocca però assaggiare anche le altre due birre presenti on tap: per me la dunkel Lemke Original (5,5%), leggermente tostata e caramellata, discreta anche se un po’ troppo carbonata, mentre per Pupaz la Lemke Saisonbier, ambrata ma niente di eccezionale. Anzi, diciamo che fa abbastanza cagare.




Usciti, ci rimettiamo in marcia verso la Porta di Brandeburgo, il Reichstag e poi verso Potsdamer Platz dove nel Sony Center è presente un altro Brewpub, Lindenbrau.
Papazzo si adagia con una Naturtrubes Helles, profumata e florale assai bevibile, mentre per me una Weissbier anch’essa molto profumati (frutta tropicale, ovviamente esteri e banana molto evidente). 



Bello il bicchiere di forma classica da weizen con l’aggiunta del manico. La mia weizen tende un po’ a perdersi tenendola nel bicchiere ma non è malvagia.
Qualcuno mi obbliga ad andare al Casinò dove Pupazzo viene smutandato a poker dai giocatori locali, a me non resta che ingannare l’attesa, bevendo due birracce industrialotte (a dire il vero la prima era decente) al bar del Casinò. 
Guarda cosa mi tocca fare…

Day 5 - Leipzig


Martedì 7 Agosto
Secondo giorno a Lipsia. L’albergo noleggia le bici ad un costo accettabile quindi su pressione di Pupazzo Gimondi, mi piego al suo volere e partiamo verso il centro per una visita della città su 2 ruote. Essendo gente di una certa cultura, visitiamo pure la Thomaskirche al cui interno è presente la tomba del sommo J.S. Bach. Purtroppo ogni tanto si deve mangiare e pure bere, quindi ci rechiamo alla Taverna delle Gose, ossia al Gosenschenke"Ohne Bedenken".



Sono le 14 passate ed il vasto biergarten è praticamente desolato ma non ci arrendiamo, ci sediamo ed ordiniamo il pranzo e le nostre due Gose. Meno profumate e speziate rispetto a quella del Bayerischer Bahnhof ed anche con una sapidità quasi assente. Risultano forse più facili da bere ed alla lunga si appiattiscono un po’ ma postivamente, invitando a bissare immediatamente. 



Sarà che la prima Gose non si scorda mai, ma seppur di poco, preferisco quella del Bayerischer Bahnhof. Il cibo è ottimo, le Gose finiscono ed ordiniamo il 2° giro. La sera prima ci eravamo accorti che la Gose viene anche servita e buvuta “modificata”, ossia con l’aggiunta di sciroppi od altro, stile Berliner Weisse, ma qui il menu presenta un listone infinito di Gose-Mix: vari succhi e sciroppi alla frutta, vino e pure con qualche liquore mai sentito. Io mi mantengo sulla classica Gose mentre Pupaz viene consigliato dal nostro mescitore a prendere la Gose of the Day, fuori menu, ossia 2/3 Gose + 1/3 succo di Mango. Il coniglio Roger Rabbitt però opta per la versione small, da 30cl: ennesima froceria del nostro amico… 



Predomina nettamente il mango, tanto che sembra che sia solo succo. Troppo facile, tanto che poi Pupaz prende un’altra Gose classica piccola da 0,2 così per non smentirsi.
Lasciamo l’Ohne Bedenken, alla ricerca di un fantomatico locale (Bauer) consigliato dall’amico Korval ma giriamo a vuoto per quasi 1 ora… Ti perdoniamo.
Chiudiamo la serata ovviamente al Bayerischer Bahnhof: cena e 2 fantastiche Gose a cranio.



Gose Uber Alles!!!

mercoledì 22 agosto 2012

Day 4 - Leipzig

Lunedì 6 Agosto
Causa traffico, ci mettiamo una vita ad arrivare a Lipsia nonostante la distanza da Bamberg non sia proibitiva (250km). Arrivati, molliamo armi e bagagli al non centralissimo Commundo Tagungshotel, piccolo spuntino appena fuori dall’albergo e ci incamminiamo verso il primo obiettivo. E’ la tappa che più mi incuriosisce: nessuno dei due ha mai bevuto le Gose di Lipsia. Che roba sono? La Gose è una birra assolutamente particolare ed unica, in primis perché è prodotta solo da un paio di birrifici in Lipsia (un terzo dovrebbe essere a Goslar, da cui prende il nome questo stile) e poi perché rappresenta un’eccezione alla Legge di Purezza tedesca, essendo prodotta con l’aggiunta di sale, coriandolo e lattobacilli, questi ultimi in fase di bollitura.
Finalmente arriviamo all’ottimo Gaststätte und Restaurant Bayerischer Bahnhof



Sono le 18 passate e attacchiamo ovviamente con 2 Gose (4,5%) ahimè da 30cl. 
Profumi di frutta e agrumi, speziatura di coriandolo che si sente ma che è non invadente, il gusto è prevalentemente citrico ed è quello che spiazza all’inizio e la sapidità è lieve. Rinfrescante e crea dipendenza, un prodotto eccezziunale veramente.. Tra l’altro il locale è molto bello, spazioso e all’interno c’è l’impianto a vista, ma noi siamo fuori nel biergarten e la birra è già finita. Altra Gose stavolta da 50cl per me e Kuppler (5,2%), weizen dunkel della casa per Pupazzo che sembra distratto da bella gnazza con manico gaio con cappello di paglia seduti non distanti da noi. Tanto per fare i fighi, segnaliamo anche una attenzione non maniacale per i bicchieri utilizzati per la mescita: spesso la Gose viene servita in quelli della Weizen e viceversa, ma ce ne frega zero.



Decidiamo anche di cenare, gulashsuppe e chicken wings per me, scelta peraltro non convidisa da una parte del mio corpo…
Prima di lasciare il locale, un altro giro: una Schaffner (5,0%), Pils sempre della casa per Manuel ed ovviamente altra Gose per me….una droga….

Day 3 - Bamberg


Domenica 5 Agosto
Ci si alza con calma, tanto si rimane a Bamberg anche se in una sistemazione più centrale ma non prima di fare qualche altra visita.
Si inizia con Mahr’s Bräu leggermente fuori dal centro in una zona che sembrerebbe (è domenica mattina) molto tranquilla. A 50m si trova un’altra birreria purtroppo chiusa di domenica, ovvero Brauerei Keesmann. Anche stavolta gli indigeni sono già al lavoro, c’è poco da fare, noi scontiamo la consueta indolenza mandolina… Ci sediamo nel solito Biergarten e passiamo alle ordinazioni: per Pupazzo una Mahr’s Pils (4,9%) discreta, bevibilissima e molto simile a quella di Klosterbrau, mentre per me l’impronunciabile Mahr’s Ungespundet Hefetrub (5,2%). Avevo letto buone cose su questa Kellerbier, quindi non filtrata, dal bellissimo color aranciato. Non male ma a me onestamente non ha fatto impazzire, soprattutto il finale che mi lasciato la bocca un po’ felpata. 



E’ ancora presto per mangiare e quindi passiamo al secondo giro: Mahr’s Weisse (5,2%) per me e un Manuel leggermente attanagliato dalla mestizia in azione con la Mahr’s E.T.A. Hoffmann (5%) che però si rivela una Dunkle abbastanza interessante.
Schiodiamo poco prima delle 14 per dirigerci verso la Spezial-Brau con l’obiettivo di pranzare ma ci scontriamo con la dura realtà tedesca. Ci sediamo ma nessuno ci caga di striscio. Anche stavolta blocchiamo la solita sciura che ci risponde qualcosa in lingua madre, sembriamo Totò e Peppino a Milano. La sciura si invola sulla fascia ma dopo poco appare la collega che con lingua comprensibile ci spiega che la cucina riapre di lì ad un paio d’ore… pazienza ordiniamo due Spezial Rauchbier Märzen (5,3%). 



Promossi in 3a media senza pranzare. Ah, le birre? Non male ma sembrano una versione “light rauch” rispetto a quelle di Schlenkerla.
Intanto anche l’attigua Brauerei Fässla è chiusa di domenica e non ci può sfamare, quindi decidiamo di effettuare il check-in presso l’Arkadenhotel im Kloster, ottima sistemazione ricavata all'interno del Monastero Carmelitano.  
La ricerca di cibo sembra inutile: saliamo verso la parte alta della città ma niente. Greifenklau, altra birreria di Bamberg, chiusa. Scendiamo: Wild Rose Keller, locale che mi ero segnato, chiuso anche lui. Ma siamo vicini a Klosterbrau ed è aperto. Peccato che la cucina apra dopo mezzora. Ma porc….. Inganniamo il tempo con una Braun's Weisse (4,9%) per me e la dunkel Bamberger Braunbier (5,7%) per Pupaz.
Chiudiamo poi la giornata, trovando posto nel biergarten di Schlenkerla per un ultimo giro: una Krausen per me ed una Marzen per Pupazzo. O forse c’era un ultimissimo giro di Marzen? Chi sa, parli?

martedì 21 agosto 2012

Day 2: Andechs + Bamberg


Sabato 4 Agosto
Dopo colazione, partiamo per il monastero di Andechs (40km circa da Munchen). La zona è splendida, arriviamo verso le 11, giusto il tempo di una breve visita del monastero e siamo già seduti al Biergarten. I krukki sono già in azione e noi non vogliamo essere da meno, anche se è dura. Il tutto è organizzato come un self-service, una coda per le birre e una per il cibo. Iniziamo a prendere una Spezial Hell (5,8%) e una Weissebier Hell (5,0%) per Manuel. 



Due ottimi prodotti, a mio gusto meglio la Spezial Hell che risulta veramente piacevole, facile da bere come da tradizione tedesca, armoniosa e con una bellissima schiuma compatta. Arriva anche un leggero languorino, mi dirigo verso il self-service del cibo ed opto per uno stinco. Distratto, non mi accorgo che lo stinco con tanto di cotenna “crispy” è mastodontico e il diversamente carnivoro non mi aiuta, infatti ne avanzerò quasi metà. Intanto bissiamo con un’altra Spezial Hell comunitaria.
E’ tempo di rimettersi in viaggio, verso nord destinazione Bamberg.
Alloggiamo al Buger Hof ottimo Hotel-Restaurant low cost ma un po’ fuori città. Dovendo ancora smaltire lo stinco, decido di dirigersi verso il centro città a piedi e per questo sarò vittima dei ripetuti insulti del Pupazzo sia all’andata che al ritorno, ma vabbè.
Prima tappa l’inaccessibile Klosterbrau. Fatichiamo un po’ a trovarlo ma il locale merita anche per il suo Biergarten che si affaccia sul fiume Regnitz. 



Pupazzo deve anche mangiare, per il bere si accontenta di una Bamberger Gold (4,9%), una pils alla tedesca beverina, quindi con una luppolatura tenue. Io invece punto la specialità della casa, la Bamberger Schwärzla (4,9%) ottimo esempio di Schwarzbier. Entrambe servite nel caratteristico boccale di ceramica che però non consente di apprezzarne l’aspetto.
Dopo un giro del centro città, arriviamo ad orario di cena e giunge il momento di fare visita a Schlenkerla, forse la più famosa birreria di Bamberg, nota per le sue birre affumicate.
Il Biergarten è sold-out quindi ci accomodiamo in una delle sale interne. Il caldo assassino e il servizio “impeccabile”, accogliente e caloroso non ci fermano. Non ci cagano per svariati minuti. Finalmente placchiamo una sciura ed ovviamente ci buttiamo entrambi a pesce su due eccezionali Rauchbier Märzen (5,1%) direttamente dalla botte. Spettacolare. 
La tentazione di prenderne un’altra è forte ma resistiamo. Insieme ad uno spuntino, Pupazzo vira sulla Kräusen (4,5%) una lager ambrata non filtrata dove restano presenti le note affumicate anche se in misura ridotta rispetto alla Marzen, mentre la mia curiosità mi porta a sperimentare la Rauchweizen (5,2%) anche se disponibile solo in bottiglia. Birra molto interessante e complessa, dove si sentono in modo distinto sia le note tipiche delle weizen sia quelle affumicate. 



La serata sembra finire, paghiamo ma quando siamo all’uscita, torniamo indietro a prenderci altre due Marzen. E' un duro lavoro, lo sappiamo.
Il ritorno in albergo è come già detto costellato dai beceri insulti del Pupazzo, ma la giornata è super positiva e io non sbaglio mai!